Lo speedway è la
specialità motociclistica che ha registrato l'evoluzione meno sensibile del mezzo
meccanico nel corso degli anni. Qualunque appassionato, guardando una foto di una moto da
velocità o da cross degli ultimi trent'anni, riesce a collocare il modello nel periodo
storico di appartenenza; nel caso dello speedway invece solo gli esperti riescono a
riconoscere la differenza fra le moto e quasi sempre con un buon margine di incertezza.
Lo speedway infatti ha sempre visto l'abilità del pilota predominare sulla potenza e
sulla capacità delle moto ed il tipo di guida specifico dello speedway ha reso inutili, a
volte controproducenti, le innovazioni tecniche che contemporaneamente si andavano ad
inserire negli altri settori motociclistici. Il tracciato di gare dello speedway del tutto
particolare ha sempre richiesto delle
moto ad hoc e così, sin dall'inizio del secolo, quando lo speedway era agli albori, si
usavano moto da strada adattate a questo particolarissimo tipo di gare. Il primo vero
motore da speedway è stato il Jap di costruzione britannica derivato da
una pompa di irrigazione rimasto competitivo per quasi mezzo secolo. Lo strapotere del Jap
che era un motore a corsa lunga venne interrotto dal cecoslovacco ESO poi
trasformata nell'attuale Jawa e per moltissimi anni furono queste due
case a dettare legge in tutto il mondo della pista ovale. Fu comunque prima della metà
degli anni '70 che inizia una vera competizione fra preparatori e case nel cercare la
formula magica per migliorare ed avere un rendimento migliore da queste moto. I primi
segnali che si stava imboccando una nuova strada vennero dall'Australia e dalla Svezia.
L'australiano Neil Strett, professionista per moltissimi anni nel campionato inglese, idea
l'SR4. Questo modelloincanta subito tutti per il comando delle valvole
con due alberi a cammes in testa comandati per mezzo di alberi di rinvio e cinghia
dentata. Questo motore ebbe buon successo conquistando il terzo posto nella Finalissima
Mondiale del 1976 a Katowice in Polonia.
Quasi nello stesso tempo lo
svedese Lundenberger porta sul mercato una costruzione simile con il nome ERM.
Questo motore che ebbe un certo successo sopratutto in pista lunga presentava come l'SR4
le 4 valvole, 2 di aspirazione e 2 di scarico, non aveva alberi di rinvio e gli alberi a
cammes erano comandati da una catena interna.
Entrambi i motori usavano il basamento Jawa. Ma quello che cambia totalmente l'immagine
del vincitore a livello motori fu l'inglese Weslake che dopo due anni di
studi presenta un motore a 4 valvole, ancora ad aste e bilanceri, ma che vinse il suo
primo titolo mondiale nel 1976 con l'inglese Peter Collins. In quel momento la Jawa
presentò il suo nuovo motore 4 valvole con doppio albero a cammes in testa, e per sette
anni con ulteriori innovazioni tecniche le case Weslake e Jawa dominarono il mondo dello
speedway, sinché apparve sulla scena mondiale il motore italiano GM.
Questo motore ideato e concepito dal pluri-tricolore Giuseppe Marzotto, meglio conosciuto
nel mondo del speedway come "Charlie Brown" si è subito rivelato vincitore con
la conquista del titolo mondiale individuale da parte del pilota tedesco Egon Muller nel
1983. Nel contempo venne commercializzato il motore inglese Godden che soppiantava la
produzione della Weslake mentrela Jawa corse ancora ai ripari e con un certo ritardo
presentò un nuovo modello con caratteristiche simili al GM ed al Godden.
Dal 1983 agli anni novanta sono stati i GM ed i Godden a fregiarsi dei titoli mondiali con
una netta preminenza del motore italiano che viene reputato da tutti come "LA FERRARI
DELLO SPEEDWAY" per le molteplici innovazioni tecniche e futuristiche che racchiude.
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