1. l'angel: è l'Angelo guardiano del sesto girone, che cancella dalla
fronte di Dante la quinta P, e pronuncia, della quarta beatitudine,
soltanto le parole: "Beati qui sitiunt iustitiam". La parola "esuriunt" è
accennata invece dall'angelo della temperanza (cfr. c. XXIV, n.
151).
6. forniro: finirono, terminarono.
7. foci: i passaggi dall'uno all'altro girone.
8. labore: fatica (cfr. lat. labor).
10. Amore: l'amore virtuoso sempre suscitò un sentimento che lo
ricambiasse, purché fosse manifestato (" paresse fore "). Si
ricordino le parole di Francesca (cfr. Inf. c. V, 103).
14. Giovenale: è Decimo Giunio Giovenale, poeta satirico latino,
vissuto dal 47 ca.al 130 ca., contemporaneo ed estimatore di Stazio.
16. benvoglienza: affetto.
18. mi parran corte: perché si trova in così cara compagnia.
20. sicurtà: franchezza.
29. falsa matera: falso argomento di dubbio.
31. m'avvera: mi dimostra.
34. partita: lontana.
35. e questa dismisura: e questo eccesso contrario all'avarizia,
perciò la prodigalità, migliaia di lunazioni (" lunari "), cioè di mesi,
hanno punita. Sono infatti più di seimila mesi (cfr. "
cinquecent'anni e più ", c. XXI, 68).
38. chiame: gridi.
40. Per che non reggi: ricorda un verso virgiliano: "Quid non
mortalia pectora cogis Auri sacra fames?" (cfr. En. III, 5657), che
vale: "a che non spingi tu gli animi umani, o esacranda fame
dell'oro?". Dante, nella sua parafrasi, sembra aver frainteso il testo.
Ma alcuni commentatori intesero: Per quali malvagità (" Perché ")
non guidi...
42. voltando: si ricordi che gli avari e i prodighi puniti nell'Infermo
voltano " pesi per forza di poppa " (cfr. Inf. c. VII 27).
46. coi crini scemi: cfr. Inf. c. VII, 57 e nota.
48. e ne li stremi: e perfino negli estremi momenti della vita. L'"
ignoranza " è quella che impedisce, spesso, di sapere che la
prodigalità è peccato.
49. E sappie: e sappi che il peccato (" la colpa ") che si
contrappone esattamente ad un altro, insieme con esso qui, nel quinto
girone, viene espiato (" suo verde secca ").
56. Giocasta: vedova di Laio re di Tebe, si congiunse
incestuosamente col figlio Edipo e ne ebbe i due figli Eteocle e
Polinice (cfr. Inf. c. XXVI, 54 e n.). Stazio nella Tebaide cantò
appunto le "armi " che son dette " crude " perché impugnate da un
fratello contro l'altro.
57. 'l cantor: Virgilio, autore delle "Bucoliche" o "Ecloghe".
58. Cliò: è Clio, musa della storia; tasta: tocca.
60. la fede: la vera fede, senza la quale le buone opere non
bastano.
6I. qual sole: quale illuminazione divina o quale ammaestramento
degli uomini (" candele ").
63. al pescator: a San Pietro, pescatore d'anime.
64. m'inviasti: tu mi avviasti alla poesia ( " Parnaso " ) e alla
conversione (" appresso Dio " ).
70. Secol si rinova: richiama i vv. 5-7 della IV Bucolica di Virgilio
"Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo; Iam redit et Virgo,
redeunt Saturnia regna, iam nova progenies caelo demittitur alto
", con i quali il poeta alludeva alla nascita del figlio di Asinio
Pollione, ma in cui nel Medioevo si volle leggere una profezia
della nascita di Cristo (cfr. Inf. c. I, n. 72).
74. mei: meglio.
78. per li messaggi: dagli Apostoli.
80. si consonava: si accordava senza contrasto.
81. usata: usanza.
83. Domizian: l'imperatore Domiziano ordinò violente
persecuzioni dei Cristiani; regnò dall'81 al 96.
88. E pria: e prima che, componendo il poema Tebaide, io
conducessi i Greci alleati di Polinice all'Ismeno e all'Asopo, i due
fiumi di Tebe, (cfr. c. XVIII, 91), io fui battezzato.
90. chiuso: clandestino.
92. il quarto cerchio: dunque, prima di espiare nel quinto girone la
prodigalità, Stazio, per più di quattrocento anni, fu punito nel
quarto, con gli accidiosi.
96. avem soverchio: ci resta del tempo per salire.
97. Terrenzio: Publio Terenzio Afro, poeta comico latino, vissuto circa
dal 192 al 159 a.C. "Cecilio" è Stazio Cecilio, commediografo latino, morto intorno
al 168 a. C. Altro commediografo è Plauto, di Sarsina, vissuto
circa dal 254 ca. al 184 ca. a.C., il più celebre commediografo latino,
le cui opere furono scoperte nel XV secolo. Varro è il poeta epico
e tragico Lucio Vario Rufo, vissuto in età augustea.
99. in qual vico : in qual luogo ( " vico " cfr. lat. vicus: contrada).
100. Persio: Aulo Persio Flacco, poeta satirico vissuto dal 34 al
62, contemporaneo di Giovenale (v. 14).
101. quel Greco: Omero (cfr. inf. c. IV, 86 e segg.).
103. nel primo cinghio: nel primo cerchio, il Limbo.
104. del monte: del Parnaso (v. 65), ove abitano le nostre " nutrici
", cioè le Muse.
106. Euripide: grande poeta tragico greco (480-406 a.C:); altri
tragici sono Agatone e Antifonte; Simonide, di Ceo, è il famoso lirico.
109. de le genti tue: dei tuoi personaggi; Antigone, figlia di Edipo,
lo accompagnò già cieco nell'Attica, poi, tornata con la sorella Ismene a Tebe diede sepoltura al corpo del fratello Polinice,
contravvenendo agli ordini del tiranno Creonte, che le fece
uccidere entrambe. Deifile è la moglie di Tideo, uno dei sette re
che combatterono a Tebe e la sorella Argia è la moglie di Polinice.
112. Védeisi: vi si vede Isifile (cfr. Inf. c. XVIII, n. 88), la quale
indicò la fonte Langia a quelli che combattevano contro Tebe.
113. la figlia di Tiresia: è Manto, che abbiamo incontrata non nel
Limbo, ma tra gli indovini (cfr. Inf. XX, 52). Il Torraca, pensando
a un errore dei copisti, propone: " la figlia di Nereo, Teti ". Altri
suppone che Dante abbia aggiunto l'episodio di Manto (Inf. XX)
correggendo l'Inferno e scordando il fuggevole accenno qui fatto
della figlia di Tiresia.
114. Deidamia: figlia di Licomede e moglie di Achille (cfr. Inf. c.
XXVI, 62).
118. le quattro ancelle: le prime quattro ore del giorno.
119. al temo: al timone del carro del sole, volgendone in su la
punta fiammeggiante.
121. a lo stremo: all'estremità esterna del girone.
125. con men sospetto: con minor timore di sbagliare, per
l'assicurazione fornita da Stazio (" anima degna ").
134. in giuso: in basso; cioè, al contrario dell'abete, si presentava
come un cono dal vertice in basso.
141. avrete caro: avrete carestia, cioè non potrete coglierne frutto.
142. Più pensava: è il primo esempio di temperanza. Maria, alle
nozze di Cana, quando fece operare da Gesù il miracolo dell'acqua
trasformata in vino, pensava più al decoro del festino che alla sue
bocca; quella bocca che ora risponde alle vostre preghiere
intercedendo presso Dio.
146. Daniello: Daniele rifiutò i cibi offertigli dal re
Nabucodonosor e, per la sua temperanza, ebbe da Dio il dono
della profezia.
148. Lo secol primo: la prima età, finché fu veramente quella
dell'oro.
151. Mele e locuste: miele e cavallette.