1.
colui che tutto move: Dio è il motore supremo
dell'Universo; " penetra e risplende " in tutte le
creature ma
più in quelle perfette, e meno in quelle che sono
maggiormente lontane dalla perfezione.
4. Nel ciel: nel cielo Empireo,
che, essendo la più compiuta
opera di Dio, maggiormente riceve ( " prende " ) la
luce
divina.
7. al suo disire: a Dio, sommo
bene al quale aspira il nostro
intelletto (cfr. Purg. c. XXXI, 23-24).
10. regno santo: il Paradiso.
15. come dimandi: nel modo che tu
chiedi, esigi, per
concedere la corona di poeta. Per l'aggettivo " amato "
cfr.
nota 33.
16. l'un giogo: un solo giogo di
Parnaso, quello sacro alle
Muse, cioè l'Elicona. Ma ora anche Cirra, l'altro giogo,
quello sacro ad Apollo, è necessario (" m'è uopo ")
per
percorrere l'ultima distanza (" aringo ") dell'opera
intrapresa.
20. Marsia: satiro frigio, vinto
in una gara musicale da
Apollo, che egli aveva sfidato; il vincitore, potendo disporre,
secondo i patti, dell'avversario, lo scorticò traendolo "
de la
vagina de le membra sue ", come se sguainasse un'arma dal
fodero.
23. l'ombra: è il ricordo appena
adombrato.
25. del tuo diletto legno:
l'alloro (cfr. n. 33).
29. per triunfare : per
solennizzare il trionfo di un
imperatore, o la fama di un poeta.
32. delfica: Apollo aveva a Delfo
il suo tempio più venerato.
33. peneia: Dafne, figlia del
fiume Peneo, fu amata da Apollo
(cfr. v. 15 e 25), ma, restia a soddisfarne le voglie, fu dagli
dei tramutata in alloro.
34. Poca favilla: una gran fiamma
tien dietro, segue, una
piccola scintilla.
36. Cirra: il giogo di Parnaso
sacro ad Apollo.
37. foci: punti dell'orizzonte.
38. la lucerna del mondo: il sole.
39. che quattro cerchi... : dal
punto ( " foci " ) che congiunge
insieme quattro cerchi e cioè lo zodiaco, l'equatore, il coluro
equinoziale e l'orizzonte, in modo che quest'ultimo,
intersecando gli altri tre forma tre croci, il sole sorge "
con
miglior corso " perché porta i giorni radiosi della
primavera, e
" con migliore stella ", in quanto la costellazione
dell'Ariete
reca i benèfici influssi e ricorda la congiunzione in cui si
trovava il sole quando Dio mosse i cieli (cfr. Inf. c. I, 38 e
segg.).
42. tempera e suggella: dispone
nei suoi elementi, cui
imprime il suo segno, il suo suggello. Si tenga presente che i
quattro cerchi e le tre croci potrebbero avere il significato
allegorico delle tre virtù teologali e delle quattro cardinali.
43. di là: nell'emisfero
australe, ove si trova il Purgatorio; " di
qua " è il nostro emisfero.
48. aquila: si credeva che
l'aquila fosse capace di fissare il
sole con lo sguardo (cfr. c. XX, 31-32).
49. secondo raggio: il raggio
riflesso suole derivare (" uscir
") dal raggio incidente (" primo ").
53. il mio: il mio atto del
riguardare in alto.
55. non lece: non è concesso, non
è possibile.
56. mercé del loco: grazie al
luogo, cioè il Paradiso
Terrestre, ove Dante ancora si trova, creato proprio per il
genere umano.
60. bogliente: bollente,
incandescente.
61. giorno a giorno: raddoppiata
la luminosità.
64. l'etterne rote: i cieli,
eternamente rotanti.
66. di là sù rimote: dopo averle
allontanate, distolte dal sole.
68. Glauco: pescatore della Beozia
il quale, avendo notato
che alcuni pesci da lui presi tornavano a vivere, dopo aver
toccato una certa erba, provò a mangiarne lui stesso,
sentendosi così mutar dentro, da divenir compagno
("consorto") degli altri dèi marini, per aver
acquistato
l'immortalità.
70. Trasumanar: l'andar oltre alla
natura umana, per acquisire
la divinità, non si potrebbe spiegare a parole (" per verba
":
cfr. lat. verbum).
72. a cui: a chi la grazia celeste
riserba di far l'esperienza del
" trasumanar ".
73. quel che creasti: quello che
creasti da ultimo
(" novellamente "), cioè l'anima.
76. la rota: i cieli, mossi a
rotare dal desiderio eterno di te.
77. a sé mi fece atteso: attrasse
a sè tutta la mia attenzione,
con l'armonia, cioè con il suono che tu regoli (" temperi
") e
distribuisci (" discerni "). La teoria dell'armonioso
risonare
delle sfere celesti in movimento risale a Pitagora e Dante
dovette apprenderla da Cicerone nel "Somnium
Scipionis".
79. tanto allor del cielo: tanta
parte del cielo.
85. vedea me sì com'io: leggeva
nei miei pensieri, come io
stesso li vedevo.
88. grosso: grossolano, cioè,
qui, di mente ottusa.
90. se l'avessi scosso: se da te
avessi allontanato il " falso
imaginar ".
93. ad esso riedi: ritorni al
cielo, cioè al " sito " proprio
dell'anima.
97. requievi: latinismo per
"mi acquetai". Il corrispondente volgare
al v. 86.
98. ammiro: mi meraviglio (cfr.
lat. admiror).
99. questi corpi levi: queste
sostanze leggere, ossia le regioni
dell'aria e del fuoco.
102. figlio deliro: il figlio che
vaneggia in preda alla febbre.
104. forma: principio informatore.
106. Qui: in quest'ordine le
creature dotate d'intelligenza
(angeli e uomini) scorgono l'impronta (" orma ") della
virtù di
Dio, il quale costituisce il fine ultimo, a cui tende detto
ordine (" la toccata norma " ).
109. accline : inclinate, cioè
soggette.
112. a diversi porti: a vari fini,
cui guida l'istinto.
115. Questi: tale istinto.
116. è permotore: spinge gli
esseri animati verso il loro fine.
117. stringe e aduna: tiene
raccolta per forza di coesione.
118. né pur: né soltanto le
creature che son prive di ragione,
ecc.
121. assetta: dispone.
122. 'l ciel: il cielo Empireo,
entro il quale ruota il Primo
Mobile; questo è il più vicino all'Empireo e ruota più
velocemente degli altri, perché animato da maggior desiderio
di congiungersi a Dio, che nell'Empireo risiede. Inoltre, è il
più ampio e -a maggior circonferenza- compone maggior
velocità di rotazione, dato che i cieli sono concentrici.
124. lì: all'Empireo, come a
luogo stabilito (" decreto ").
125. corda: il naturale istinto.
130. da questo corso: dal cammino
ispirato dall'istinto.
134. foco di nube: il fulmine, che
si credeva di fuoco,
elemento che tende all'alto, si rivolge invece al basso.
138. se d'alto monte: se scende
dal monte al piano.
141. com'a terra: come farebbe
meraviglia in terra
l'immobilità (" quiete ") in un fuoco acceso ("
vivo ") e
fiammeggiante.
Presentato da Luigi Minnaja