2.
forbendola: nettandola (da forbire, cfr. c. XV; 69), con i
capelli
del capo che egli aveva guastato ( " guasto " ),
mordendolo, sulla
nuca (" di retro ").
4: rinovelli: rinnovi, rievochi.
6. già pur pensando: al solo
pensarci, prima ancor che ne parli.
7. dien: devono essere ragione
(" seme ") d'infamia.
9. parlar e lagrimar: si ricordi
il c. V, 126.
13. conte Ugolino: è Ugolino
della Gherardesca, conte di
Donoratico. L'arcivescovo è Ruggieri degli Ubaldini, nipote del
cardinale Ottaviano (cfr. c. X, 120 e n.119).
14. questi: è il cranio spolpato,
il " fiero pasto ".
15. tal: simile, così fatto.
18. dir nón è mestieri: non è
necessario dire che io fui preso e
ucciso, fidandomi di lui, in conseguenza dei suoi malvagi
pensieri.
La storia, alquanto incerta, è questa: il conte Ugolino
apparteneva
a famiglia pisana di parte ghibellina ma, accordatosi col genero
Giovanni Visconti, tradì i suoi e contribuì all'instaurazione
del
governo guelfo in Pisa. Esiliato, riuscì a tornare nella sua
città, nel
1278, sorretto dalle armi dei Guelfi; in seguito divenne capo
della
flotta sconfitta dai Genovesi alla Meloria nel 1284. Fatto
podestà
di Pisa nel tempo in cui Genova strinse alleanza con Firenze e
Lucca contro la sua città, Ugolino, per incrinare, come sembra,
quella alleanza, cedette alle due città toscane alcuni castelli
pisani,
il che gli fu imputato a tradimento (cfr. vv. 85-86). Tornato a
prevalere in Pisa il partito ghibellino, dopo il 1288, Ugolino
tentò
un riaccostamento ai suoi antichi compagni, ma l'arcivescovo
Ruggieri, acceso ghibellino, fingendo di essergli amico, dopo
averlo chiamato a Pisa, gli suscitò contro l'odio popolare,
sfruttando la voce del tradimento operato con la cessione dei
castelli; in conseguenza di ciò, Ugolino fu arrestato e
imprigionato
con due figli e due nipoti finché, dopo otto mesi, nel febbraio
1289
fu lasciato morire di fame. Ugolino è punito nell'Antenora per
il
tradimento verso i Guelfi e l'arcivescovo per quello verso
Ugolino.
21. m'ha offeso: si ricordi il c.
V, 102.
22. Muda: è la torre dei
Gualandi, ove Ugolino fu rinchiuso. Muda
è il luogo dove si pongono gli uccelli cacciatori a mutare le
penne.
23. per me: per causa mia è stata
ribattezzata "torre della Fame".
24. e che conviene: e in cui
sarebbe bene rinchiudere anche altri
più di me colpevoli.
26. più lune: diversi mesi.
28. Questi: l'arcivescovo
Ruggieri, nel sogno, mi appariva come
direttore (" maestro " ) e signore ( " donno
" ) della caccia.
29. al monte: il monte San
Giuliano, per il cui ostacolo i Pisani non
possono vedere Lucca.
31. studiose e conte: bramose e
ben ammaestrate.
32. Gualandi: con i Sismondi e i
Lanfranchi era tra le più influenti
famiglie ghibelline.
33. dinanzi da la fronte: innanzi
a sè.
35. scane: zanne.
37. innanzi la dimane: prima
dell'alba; i sogni avuti in quell'ora
erano considerati premonitori (cfr. c. XXVI, 7 e Purg. c. IX,
16).
38. i miei figliuoli: con Ugolino
erano prigionieri i figli Gaddo e
Uguiccione; e i nipoti Nino, detto il Brigata, e Anselmuccio,
figli del
primogenito di Ugolino, Guelfo II.
41. s'annunziava: presagiva a sè
stesso
45. dubitava: temeva per un sogno
analogo. Infatti essi avevano
pianto nel sonno (cfr. v. 38).
46. chiavar: inchiodare (dal lat.
clavus: chiodo).
49. impetrai: impietrii, divenni
di pietra.
57. per: attraverso.
59. 'l fessi: lo facessi per
desiderio di mangiare (" manicar ").
60. levorsi: si levarono.
74. poi che: dopo che.
75. più che 'l dolor: mentre il
dolore non mi aveva ucciso, il lungo
digiuno ebbe ragione delle mie forze residue. Ma l'oscuro verso
non respinge una diversa chiosa esegetica: "poi,
sull'angoscia, ebbe
il sopravvento la fame", cioè "finii per cibarmi dei
cadaveri di figli e nipoti".
76. torti: biechi.
80. 'l sì suona: il paese ove si
afferma col sì è l'Italia.
81. i vicini: i Fiorentini e i
Lucchesi.
82. la Capraia e la Gorgona: sono
due isolette poste alla foce
dell'Arno, fiume che attraversa Pisa.
88. novella Tebe: nell'antichità
Tebe fu famosa per le tragiche
vicende della stirpe di Cadmo (elr. c. XXVI, n. 54 e c. XXX, n.
1).
93. riversata: supina.
94. lì: siamo nella terza zona
della ghiaccia, la Tolomea, così detta,
forse, dal biblico Tolomeo che uccise a tradimento
il suocero e due cognati da lui invitati a banchetto, o dal
Tolomeo
re d'Egitto, che fece uccidere Pompeo. Qui sono puniti i
traditori
degli ospiti. La pena consiste nel fatto che il pianto si
ghiaccia
sulle palpebre e non lascia uscire le lacrime; per cui il pianto
doloroso, che trova ostacolo (" rintoppo ") sugli
occhi, si volge
all'interno per accrescere lo strazio.
99. il coppo: la cavità che
contiene l'occhio.
100. E avvegna che: e sebbene;
come accade in una callosità, per il
freddo ogni sensibilità ( " sentimento " ) avesse
cessato di
albergare (" stallo " : dimora) sul mio viso.
105. vapore: si credeva che il
vento fosse originato
dall'evaporazione provocata dal calore del sole; e ciò non può
accadere nel buio Inferno.
106. Avaccio: presto; tra non
molto.
111. tanto che: crudeli al punto
che vi è stata assegnata l'ultima
dimora ( " posta " ), cioè l'ultima zona di Cocito. Il
dannato ha
udito le parole di Virgilio: " Avaccio..."
112. i duri veli: le lacrime
coagulate dal freddo.
113. m'impregna: mi gonfia.
115. ti sovvegna: ti soccorra.
116. e s'io non ti disbrigo: se
non ti libero dalle lacrime ghiacciate,
possa io raggiungere il fondo della ghiaccia. Ma la promessa è
una specie di tradimento che ben si addice al traditore (cfr. v.
149
e seg.).
118. frate Alberigo: è Alberigo
di Ugolino dei Manfredi, di Faenza, frate
gaudente e caporione guelfo di Firenze. Nel corso di un alterco
con
Manfredo Manfredi fu schiaffeggiato dal figlio di questi,
Alberghetto. Fingendosi riconciliato, li invitò a banchetto
nella
villa di Cesato e li fece uccidere entrambi (2 maggio 1285), al
segnale convenuto: "
Vengano le frutta ". Ciò spiega il v. 119.
120. dattero per figo: variante
del proverbio : " rendere pan per
focaccia ".
121. ancor: già. Nella primavera
del 1300 frate Alberigo era
ancora vivo; come il suo corpo potesse trovarsi sulla terra e la
sua
anima all'Inferno, è spiegato nei vv. segg.
123. nulla scïenza porto: non so.
124. vantaggio: prerogativa,
caratteristica della Tolomea.
126. innanzi: prima che Atropos,
una delle tre Parche, dia (" dea ")
all'anima la spinta (" mossa ") recidendo lo stame
della vita.
129. trade: tradisce. Quindi, non
appena il traditore pecca, il suo
corpo è occupato da un demonio e l'anima precipita nell'Inferno.
Il
tradimento, secondo Dante, uccide istantaneamente l'anima.
133. cisterna: pozzo.
134. pare: appare, è visibile.
135. de l'ombra: dello spirito che
qua dietro trascorre l'eterna
invernata (" verna ")
137. Branca Doria: nobile
genovese, genero di Michele Zanche
(cfr. c. XXII, 88 e n.), aspirando alla signoria del Logudoro, in
Sardegna, invitò il suocero e lo fece uccidere durante il
pranzo.
L'assassinio è del 1275 (o del 1290?), perciò Branca Doria,
ancor vivo nel
corpo, è nella Tolomea da 25 anni (o da 10).
140. unquanche: non ancora. Visse
fino al 1325.
146. prossimano: congiunto,
parente.
148. oggimai: ormai.
150. e cortesia: e fu cortesia
esser villano con lui (cfr. c. XX, 28).
151. diversi: alieni da ogni buon
costume.
154. spirto di Romagna: il
faentino frate Alberigo.
155. per sua opra: per il suo
tradimento, in spirito già è immerso in
Cocito e, fisicamente, appare ancor vivo nel mondo.