1. giovanetto: cominciato da poco, tra il 21 gennaio e il 21
febbraio, quando il sole rinforza (" tempra ") i suoi raggi (" i crin
"), trovandosi sotto la costellazione dell'Acquario e già le notti si
avviano (" sen vanno ") a durare la metà esatta del giorno (" al
mezzo dí "); il che accade il giorno dell'equinozio di primavera
(21 marzo).
4. assempra: imita l'aspetto che offre la neve ( " sorella bianca " ),
ma per poco tempo, che la " penna " con cui la brina
disegna i suoi bianchi arabeschi si stempera al primo raggio di
sole.
7. la roba: il foraggio per nutrire il bestiame.
12. riede: torna ad uscire e ripone nell'animo la speranza. Le
gavagne sono delle grosse ceste usate dai contadini.
14. vincastro: verga flessibile, per guidare il gregge.
16. lo mastro: il maestro, Virgilio.
18. lo 'mpiastro: il rimedio.
19. guasto ponte: il ponte crollato.
23. eletto seco: scelto tra sè il partito più conveniente.
25. adopera ed estima: agisce e pensa a ciò che deve fare, sì che
pare che sempre si premunisca ( " si proveggia " ).
28. avvisava: valutava con l'occhio.
31. da vestito di cappa: possibile per gli ipocriti, ricoperti delle
loro cappe di piombo
33. di chiappa in chiappa: di sporgenza in sporgenza, che offrisse
un facile appiglio.
35. era la costa corta: poiché il fondo di Malebolge è tutto in
pendenza verso l'abisso, gli argini di ogni bolgia risultano più alti
dal lato verso la bolgia precedente e più bassi verso quella
seguente. Dante sale la parete scoscesa che cinge (" precinto ") la
sesta bolgia e immette nella settima.
39. lo sito: la posizione.
41. pur : finalmente.
45. ne la prima giunta: appena giunto in cima.
46. ti spoltre: ti spoltrisca, abbandoni la pigrizia.
47. seggendo: stando adagiati.
50. vestigio: segno, ricordo.
54. grave corpo: corpo appesantito dalla materia.
55. si saglia: si salga.
57. ti vaglia: ti valga.
58. Leva'mi: mi levai:
63. ed erto: più difficile da attraversare che quello situato a
cavallo della quinta bolgia.
64. Parlando andava: procedevo conversando, per non parere
troppo debole.
66. disconvenevole: incapace di articolar parole.
67. ancor che: sebbene mi trovassi sul punto centrale (" dosso ")
del ponte ( " de l'arco ").
69. ad ire: sembrava spinto all'ira e perciò la sua voce non
articolava bene le parole (cfr. v. 66).
73. cinghio : l'argine della bolgia.
74. odo: percepisco, ma non comprendo; così spingo giù lo
sguardo, ma non distinguo.
77. onesta : giusta.
80. l'ottava ripa: l'argine fra la settima e l'ottava bolgia.
82. stipa: massa imponente e confusa.
83. mena : comportamento.
84. scipa: sciupa, guasta, come al c. VII, 21. Cioè: lo spaventoso
ricordo fa guastare il sangue.
86. chelidri, iaculi e faree: con " cencri " e " anfisibena " sono
nomi di serpenti desunti da Lucano (cfr. Farsaglia IX, 700 e
segg.).
90. di sopra al Mar Rosso èe: è di sopra al Mar Rosso: l'Arabia,
anch'essa desertica e infestata da serpenti.
91. copia: l'intricata massa dei serpenti.
93. pertugio o elitropia: un anfratto ove rifugiarsi o la famosa
pietra filosofale (" elitropia ") che si credeva rendesse invisibili.
97. da nostra proda: presso l'argine sul quale noi eravamo.
100. Né O sì tosto mai né I: la O e la I sono le vocali più rapide a
scriversi.
104. per sé stessa: per un moto spontaneo ed improvviso (" di
butto ") ritornò nella forma di prima (" in quel medesmo ").
106. per li gran savi: dai sapienti si attesta (" si confessa "); e tra
questi soprattutto Ovidio, al quale Dante si ispira (cfr.
Metamorfosi, XV, 392 e segg.): ma, della Fenice, uccello
leggendario, si legge anche in Plinio e in Brunetto Latini.
110. amomo: è sostanza aromatica come l'incenso.
111. l'ultime fasce: quando è presso a morire, la Fenice si avvolge
in spighe di nardo e mirra.
112. E qual è quel: l'epilettico era considerato posseduto dal
demonio, oppure oppresso da altra ostruzione (" oppilazion ") "
delle vie degli spiriti vitali " (Tommaseo).
120. croscia: abbatte, fa piombare; il verbo, costruito
transitivamente, ha il suo oggetto in " colpi ". " Vendetta " è la
giusta punizione, come nel c. XIV, 16.
125. Vanni Fucci: è il figlio bastardo (perciò si definisce mulo) di
Fucci dei Lazzari, pistoiese. E' qui punito tra i ladri, che non
devono essere confusi con i predoni del 1° girone del VII cerchio
(cfr. c. XII), perché quelli agirono con violenza, questi con
malizia (cfr. v. 137 seg.).
127. mucci : sgusci via.
129. ch'io 'l vidi: l'ho conosciuto come uomo sanguinario e
attaccabrighe. Dante poté conoscerlo durante la guerra contro
Pisa, quando Vanni militò sotto le insegne fiorentine (1292-93).
138. a la sagrestia: il furto di arredi sacri e del tesoro della
cappella di San Iacopo, nella cattedrale di Pistoia, fu attribuito ("
apposto ") ad altri, e cioè a Rampino di Ranuccio Foresi, poi
scagionato dal notaio Vanni della Monna.
143. si dimagra: si spopola dei Neri cacciati dai Bianchi (maggio
1301).
144. Fiorenza rinova: il I novembre 1301, per l'intervento di
Carlo di Valois, la situazione politica di Firenze cambia con il
ritorno al potere dei Neri e con la cacciata dei Bianchi.
145. Tragge: Marte trascina dalla Lunigiana ( " Val di Magra " ) il
Marchese Moroello Malaspina, che è circondato dai Bianchi, suoi
nemici (" nuvoli "); con una dura battaglia si combatterà nel
territorio di Pistoia (" Campo Picen "), e il Malaspina, capo dei
Neri, sconfiggerà i Bianchi (" spezzerà la nebbia "). Sono
avvenimenti che vanno dal 1302 al 1306.
151. perché doler ti debbia: Dante era stato Guelfo di parte
Bianca.