1.
Nel tempo: quando Giunone era adirata con la stirpe ("
sangue
") tebana a causa degli amori di Giove con Semele, (figlia
di
Cadmo, fondatore di Tebe), come mostro più volte, fino a far
morire incenerita la stessa Semele; Atamante, impazzito ("
insano
"), vedendo la moglie Ino, sorella di Semele, recar per mano
i
figlioletti Learco e Melicerta, li scambiò per una leonessa coi
leoncini e, avendo egli ucciso Learco, la sventurata Ino si
gettò in
mare con Melicerta (" l'altro carco " ).
14. l'altezza: quando la potenza
dei Troiani che tutto osava
declinò, tanto che in uno stesso tempo fu cancellato ( "
casso ") il
regno insieme col suo re, Priamo.
16. Ecuba: moglie di Priamo,
divenuta schiava (" cattiva " cfr. lat.
captiva) dei Greci, dopo che vide Polissena immolata sulla tomba
di Achille e il cadavere del figlio Polidoro (cfr. c. XIII, 48 e
n.)
sulla costa della Tracia, impazzì emettendo ululati canini.
23. in: contro.
30. al fondo sodo: al suolo duro
della bolgia.
31. l'Aretín: è Griffolino.
32. Gianni Schicchí: è Gianni
Schicchi dei Cavalcanti, fiorentino,
chiamato folletto col nome che si dava a certi spiriti maligni
che
tormentavano gli uomini. Morì prima del 1280.
34. se l'altro: il " se
" é ottativo; " l'altro " è la seconda ombra
(cfr.
v. 25), cioè Mirra, figlia di Cinira, re di Cipro, la quale,
dominata
da un'insana passione per il padre, falsificando la persona che
Cinira credeva di possedere, si congiunse con lui, divenendogli
perciò " amica " al di fuori e contro l'amore ("
dritto amore ") che
una figlia deve al padre.
42. l'altro: anche Gianni Schicchi
osò (" sostenne ") sostituirsi a
Buoso Donati (cfr. c. XXV, 140) già morto, facendo testamento a
suo nome e dandogli validità legale (" norma "), per
favorire
Simone Donati, nipote di Buoso, e anche se stesso, in quanto
carpì 500 fiorini e la miglior mula della scuderia (" la
donna de la
torma ").
49. a guisa dl leuto: a forma di
liuto (strumento nell'aspetto simile
al nostro mandolino), sol che egli avesse avuto l'inguinaia
staccata
(" tronca ") dalle gambe (" da l'altro... ").
52. La grave idropesì:
l'idropisia, male che appesantisce (" grave
") e che così rende deformi le membra, con l'umore che
trasforma
in marciume, tanto che l'aspetto del viso non corrisponde alle
dimensioni del ventre.
58. l'etico: il malato di etisia.
61. maestro Adamo: è stato
riconosciuto in un "magister Adam de Anglia",
probabilmente inglese.
71.
del loco: dal luogo, il Casentino (cfr. v. 65), così ricco
d'acque.
73. Romena: castello dei conti
Guidi, per cui incarico Adamo
falsificò i fiorini di Firenze, che recavano l'immagine di San
Giovanni Battista. Venuto a Firenze per spacciare monete,
l'incauto falsario fu scoperto e condannato al rogo.
76. Ma s'io vedessi: se io potessi
vedere qui l'anima malvagia di
Guido, di Alessandro, o di Aghinolfo (oppure Ildebrandino, ché
quattro erano i conti di Romena), non cederei il piacere di
vederla
(" la vista ") in cambio di tutta l'acqua di fonte
Branda. Una di
queste anime (Guido, morto nel 1292) c'è già, se le anime dei
falsatori di persona, che vanno in giro mordendo ( "
arrabbiate ")
hanno detto la verità. Ma a che serve, dato che non posso
muovermi?
78. Fonte Branda: presso Romena,
da non confondere con la
Fontebranda di Siena
83. andare un'oncia: avanzare
quanto è la dodicesima parte di un
piede, sarei già in cammino a cercarlo, sebbene la bolgia misuri
una circonferenza di undici miglia e trasversalmente non conti
meno di mezzo miglio.
87. non ci ha : da leggere
"noncia", per esigenze di rima.
88. per lor: per loro colpa.
90. mondiglia: il metallo vile in
lega con l'oro. Un carato é la ventiquattresima
parte di una oncia d'oro puro.
94. non dierno: non si sono più
mossi. E non credo che si
muoveranno per l'eternità.
95. greppo: dirupo, cioè la
bolgia.
97. la falsa: la moglie di
Putifarre, che, dopo aver cercato,
inutilmente, di sedurre Giuseppe, si vendicò di lui accusandolo
di
aver tentato di violentarla (cfr. Genesi XXXIX, 6-23).
98. Sinon: è il greco che
convinse i Troiani ad introdurre il fatale
cavallo nella città, servendosi di false parole.
99. leppo: è il puzzo delle cose
grasse quando bruciano. I falsatori
di parole, infatti, " fumman " (v. 92) perché consunti
dalla febbre.
102. l'epa croia: la pancia dura
come cuoio (cfr. lat. corium).
108. a tal mestiere: per questa
bisogna; il dar pugni.
110. al fuoco: al rogo.
114. la 've del ver: quando a
Troia ti chiesero di parlare
liberamente e sinceramente (là dove del vero).
118. spergiuro: Simone aveva
giurato di dire la verità, invocando
il cielo come testimonio (cfr. En. II, 154 segg.).
120. sieti reo: ti sia amaro il
pensare ecc.
123. sì t'assiepa: ti si gonfia
fin davanti agli occhi.
124. il monetier: il falsario
delle monete, Adamo.
126. mi rinfarcia: mi infarcisce,
mi gonfia.
128. e per leccar: e per lambire
appena un po' d'acqua ("lo
specchio di Narciso") non ci vorrebbero molte parole come
invito.
131. Or pur mira: Continua pure a
guardare, che per poco non
vengo a lite con te.
136. dannaggio: danno.
138. sì che: sì che desidera che
il sogno sia sogno (" quel ch'è "),
come se non lo fosse.
142. Maggior difetto: una vergogna
anche minore lava una colpa
anche maggiore di quel che la tua non è stata.
145. fa ragion: fa conto.
146. fortuna: la sorte ti faccia
trovare (" t'accoglia ") in luogo ove
siano persone prese da simile alterco (" piato ").